Essere nomadi digitali e vivere di lavoro online, vi racconto la mia esperienza.
Questo non vuole essere un articolo da fratello maggiore, ma forse lo sarà, e conterrà informazioni preziose che anch’io avrei voluto avere prima di iniziare la mia avventura. Non che sia andata, e che ancora vada, male, però si possono ottimizzare alcune cose.
Lavoro da remoto, come ho iniziato
Partiamo: è il 2014, l’estate sta finendo, e io mi trovo in uno dei periodi più brutti della mia vita. Non ne parlo troppo, ma chi mi conosce lo sa che sono al limite. Ho una sorta di pseudo-lavoro come organizzatore di eventi che mi sono creato e che non decolla, continui litigi con il mio socio, una relazione molto intensa che non accenna a stabilizzarsi e la voglia di partire che si sta insinuando come una brutta canzone commerciale nel retro del cervello. Parti. Chiudi con tutto. Lascia il passato alle spalle. Un mesetto dopo, altre cattive venture si insinuano nella crepa tra me e la vita quotidiana, allargando quella crepa che è non ormai più risanabile. Mi chiudo in casa nel tentativo di far pace con il mio cervello. Invano. Una mattina mi alzo di scatto, scendo dal mio letto a soppalco, accendo il computer e compro un volo solo andata per Bangkok. Non so spiegare il perché di quella decisione così impetuosa e improvvisata, ma so che da subito mi sono sentito più rilassato: ce l’avevo fatta, il volo era fissato, la data certa, il fatto che fosse solo andata sigillava l’inizio di una nuova vita: mi sarei lasciato il passato alle spalle.
Una nuova vita: Bangkok
A livello lavorativo avevo già avuto un paio di esperienze aziendali, posto fisso dopo gli studi come export manager, in due grandi complessi aziendali. La seconda esperienza la potrei tranquillamente definire catastrofica. Non entro nei dettagli, ma mobbing sarebbe la parola giusta per sintetizzare una situazione lavorativa che mi portò a dire “mai più” a qualsiasi tipo di posto fisso. Nel primo periodo di disoccupazione scrissi un libro e iniziai a studiare come fare siti web. In quel periodo iniziai inoltre i miei primi gig come dj, seguivo e suonavo musica elettronica da tempo ormai e alcune feste che organizzammo con degli amici mi diedero la possibilità di iniziare a far sentire il mio stile.
Ai tempi c’era ancora la diatriba Joomla, drupal e WordPress. Io inizia con HTML e CSS e passai rapidamente a Joomla, che faceva risparmiare molto tempo, soprattutto negli aggiornamenti. Poi passai a WordPress e mi specializzai. Fare siti richiedeva molti più sforzi di oggi perché, anche se sulla carta andava tutto bene, c’era sempre qualcosa che non funzionava. Inizia a ricevere qualche richiesta di lavoro, ovviamente più che sottopagato, e così andai avanti nel primo periodo in cui approdai in Thailandia e conobbi il concetto di lavoro online.
Che dire sulla Thailandia, il posto mi sembrò un paradiso fin da subito. Atterrai e mi recai a casa di Veronica, ragazza spagnola amica di un’amica che mi ospito nel mio primissimo periodo. Fu subito un vortice di amicizie, esperienze, feste, 6 lingue diverse, 4 liquori minimo e tanti divani. Bangkok era un paradiso, street food ovunque, sorrisi, sole e vita. Non c’era ancora stato il colpo di stato e tutti si godevano un tipo di libertà che in Europa era stata dimenticata da tanto tempo. Niente regole, nessun confine, tutto economico e in ogni caso relativamente sicuro e stabile.
Pubblicai i miei primi annunci su Craiglist e ricevetti un lavoro per un website. Una ditta di vicino Chiang Mai. Accettai contento i due soldi con cui vissi un paio di mesi.
Poi Veronica mi trovò un lavoro, per cui dovevo parlare Spagnolo, che prontamente studiai in 2 settimane e rifinii nei mesi successivi. Non scherzo. Non avrei saputo piazzare gli accenti, ma nel parlato me la cavavo niente male. Accantonai per un periodo il lavoro remoto e inizia un lavoro incredibile, la guida turistica a Bangkok in Spagnolo. Era durissimo, ma anche così libero da orari e routine che mi sembrava di sognare.
Insomma, ho avuto in odio il posto fisso fin da piccolino e la speranza di non prendervi mai parte si stava avvicinando. Nello stesso tempo iniziai a organizzare feste in cui suonavo come Dj e a essere invitato a suonare ad altre, ero abbastanza popolare e posso dire di aver conosciuto così tanta gente come mai mi sarei aspettato.
Pian piano il lavoro di organizzatore di eventi, mio antico progetto, prese il sopravvento e così fece la mia carriera di Dj. A Bangkok ci fu il colpo di stato e i turisti vennero a mancare per un poì, così naturalmente effettuai la transizione da guida turistica a party animal a tempo pieno.
Come e dove studiano i nomadi digitali
Fu a quel punto che rientrai nel mondo del lavoro da remoto e inizia a studiare grafica (facevo i flyer e le grafiche di tutti i miei eventi, almeno 3 a settimana, più i vari facebook e instagram, i siti web dei festival e così via.
Il consiglio che posso dare a tutti, per imparare a usare softwares e supporti digitali, è ovviamente di iniziare con i materiali che si trovano gratuitamente online, ma anche di non aver paura di spendere per corsi più approfonditi. Però di muoversi più online e di evitare corsi fisici, workshop ecc, almeno inizialmente, perché molto più costosi e soprattutto perché si tratta di una fase, quella di apprendimento, che può beneficiare di tante risorse a basso costo, rispetto a quella di approfondimento.
Come trovare lavoro su internet: il networking
Altra cosa che ho iniziato a fare piuttosto tardi è l’outreach, ossia scrivere, incontrare, commentare, mandare email a CHIUNQUE possa essere in grado di darmi consigli o, meglio ancora, collaborazioni, per fare networking e anche per apprendere strategie e tecniche. I motivi per cui ci ho messo tanto ad applicare questo concetto è che, principalemnte, da bravo italiano sono sempre stato molto orgoglioso e non mi veniva facile rivolgermi a qualcuno di più affermato e chiedere aiuto o consigli.
E’ come quando vai in discoteca, la prima ragazza che cerchi di approcciare non ti caga, ti offendi e pensi ma vaffanculo chi cazzo sei e ti rovini la serata. Praticamente da solo Ho imparato nel tempo che non funziona così, la vita è una questione di grande numeri, chi persevera alla fine ottiene quel che vuole, si porta a casa la tipa e invece te (io in quel caso) resti a rimuginare, magari offeso, sul perché tutto ciò accade.
Chi rimane in pista fino a mattina alla fine va a casa accompagnato, o almeno ha più probabilità di farlo rispetto al me di qualche anno fa.
I digital nomads in Thailandia
Così inizia a parlare e condividere la mia passione per il web marketing con chi mi stava intorno e scoprì Bangkok essere una delle mete preferite dei digital nomad, seconda probabilemente solo a Chiang Mai. Conobbi moltissimi professionisti dell’affiliate marketing, altrettanti programmatori e diversi SEO. A
ndarci d’accordo era facile, li invitavo alle mie feste, i digital nomad sono famosi per la loro passione per i party e tra un cuba libre e un gin tonic si parlava di nuove tecniche per far rankare i website o di come uploadavano video youtube in continuazione per rankare parole chiave per i loro clienti d’oltreoceano. Mi sembrava un mondo così vasto che un po’ mi perdetti d’animo, inizialmente, ma che continuai a esploare, con i miei tempi.
L’apice del mio periodo Thailandese lo raggiunsi quando aprii, insieme a un mio amico storico che mi venne a trovare dall’Italia, un bar con piscina all’ultimo piano di un grattacielo in Ekkamai, zona molto popolare, e iniziai a organizzare pool parties che avevano un certo riscontro, anche economico. Nello stesso tempo diventai manager di uno dei più grandi club della metropoli e invitammo artisti internazionali del calibro di Fritz Kalkbrenner, Sven Vath, Stefano Noferini, Alle Farben e tanti altri.
Andava tutto a gonfie vele, finché i tempi cambiarono per via del giro di vite che il nuovo governo militare Thailandese di Prayut stava applicando alla vita notturna e in generale a tutto lo stile di vita Thai, tanto amato da turisti.
Nonostante il consenso pari a zero della popolazione, Prayut Chan-o-cha eliminò quasi completamente la cultura dello street food, rese più difficile ottenere i visti per gli stranieri, alimentando contemporaneamente il razzismo contro di questi tramite forte propaganda, ed eliminò quasi completamente la fiorente cultura della vita notturna
Dovemmo chiudere il nostro bar, il club close qualche mese dopo e mi ritrovai a dover cercare un altro lavoro. Tornai a basarmi principalmente sul lavoro da remoto, che in ogni caso non avevo mai abbandonato dal mio approdo in Thailandia.
Il mio primo lavoro da SEO
Fu così che trovai il mio primo lavoro da SEO. Applicai tutte le teorie che avevo letto e riletto e devo dire che ottenni un buon successo. L’unica cosa che sbagliai fu pattuire il prezzo con il mio cliente: 500$ al mese erano decisamente pochi per ottimizzare completamente un website, produrre contenuto, ottenere backlinks e gestire anche fb, instagram, Adwords….
Aggiunsi il secondo cliente poco tempo dopo ed iniziai a replicare i metodi usati per rankare il primo sito, automatizzare processi, costruire rapporti con i collaboratori e a sentirmi un vero nomade digitale.
Con il senno del poi posso dire che sbagliai a non concentarmi ulteriormente e con più risorse nel prospecting, ossia nel cercare nuovi clienti, e a delegare poco. Come ho capito diverso tempo dopo, il procacciarsi nuovi clienti è un aspetto fondamentale di qualsiasi business, soprattutto per un nomade digitale.
Avevo ancora questo complesso di sembrare “bisognoso” quando invece si sarebbe trattato di offrire un servizio con ottimi riscontri, e quindi di offrire valore.
I punti di vista nella vita fanno spesso la differenza.
Chi sa vendere, e vendersi, difficilmente avrà problemi. E non stiamo parlando solo di business, ma di tutto. Se sai venderti troverai più facilmente la ragazza, o il ragazzo, potrai ottenere trattamenti particolari con più facilità (burocrazia, università, studi e persino musica, per quanto mi riguarda).
Trovare lavoro su internet: come promuoversi
Un nomade digitale, non troppo diversamente da un’agenzia locale, ha diversi canali per raggiungere i potenziali clienti: il mio consiglio è di provarli tutti, o quasi, capire come funzionano e quali funzionano, e poi ovviamente concentrarsi su quelli che funzionano meglio.
C’è chi si affida a youtube, trova una buona nicchia e si crea un buon brand: ricordiamoci che, dando del valore, molto spesso si viene ricontattati per lavorare, in quanto il nostro pubblico si fida di noi.
Un canale che oggi funziona molto bene è invece Linkedin, il social network dedicato alle relazioni professionali: crearsi un profilo, aggiornarlo continuamente, condividere interessanti articoli che riguarda il campo in cui lavoriamo, aumentare le connessioni e connettere ATTIVAMENTE con le persone con cui siamo connessi sono dei buoni metodi per trovare clienti.
Rispetto all’email marketing tradizionale, il tasso di conversione è incredibilmente più alto. Ovvio, bisogna fare attenzione e non spammare, ma costruire una relazione qulitatativamente valida con il potenziale futuro cliente.
L’email marketing è un evergreen, contattare le giuste aziende, i giusti referenti e decision maker può fare la differenza nell’acquisizione di nuovi clienti. Create un funnel, offerta speciale (aspetto praticamente fondamentale dell’email marketing), createvi una lista targetizzata (occhio al GDPR!) e occhio a non spammare troppo.
Come trovo i miei clienti io? Principalmente SEO: genero leads mandando traffico a diversi website che ho e che offrono diversi servizi. Scelgo parole chiave che possano riferirsi a potenziali clienti e faccio rankare il mio sito su Google.
E’ un metodo che richiede più tempo degli altri, ma aumenta di molto le conversioni perché una volta che ricevo i leads, i contatti dai potenziali clienti, poi è molto più facile chiuderli, fare contratti, iniziare a collaborare, perché loro stessi hanno già la volontà di intraprendere un certo tipo di lavoro e per questo mi contattano.
Devo dire che mi sono da poco ricreduto sul cold calling: se fatto bene e da professionisti, ha un conversion rate eccezionale. Per quasi tutti i tipi di servizi. Attenzione però, ci vogliono anni e anni per perfezionare la propria tecnica di cold calling, imparare a gestire le obiezioni e i rifiuti, non deprimersi o suicidarsi, non bruciare le auto dei prospect che rifiutano e continuare la propria vita come se nulla fosse successo, quando si riceve un rifiuto. Perciò se non ve la sentite, forse vi conviene iniziare con dell’altro.
Concludo la lista, di sicuro non completa, ma è quel che mi viene in mente, così al volo, citando ovviamente Google Adwords e Facebook Ads: considerate che per la vendita o la promozione di servizi professionali Adwords è imbattibile, vi fa capire molto più in fretta quali parole chiave convertono e quali invece no. Facebook Ads invece non lo commento, perché lo conoscete già tutti.
Essere nomadi digitali significa adattarsi alle situazioni ed essere dinamici
In 4 anni in Thailandia, come avete letto, ne ho passate di cotte e di crude. Il lavoro online funziona nella stessa maniera. Il che significa che bisogna essere pronti a muoversi, scappare, ritornare, cogliere occasioni, arrangiarsi e così via. Il concetto di lavorare viaggiando, di per sè, è ancora piuttosto nuovo perciò non esistono metodi che funzionano matematicamente e al 100%.
Il sistema è molto simile a quello imprenditoriale. “Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza”, diceva Steve Jobs. E la perseveranza è importantissima se volete lavorare online.
Ci saranno momenti buoni e momenti in cui le cose non vanno per un freelancer. I momenti brutti, sfortunatamente, saranno molto più numerosi, lavorativamente parlando, rispetto a chi fa un lavoro da dipendente, ma la libertà che si riceve in cambio addolcirà di molto la pillola.
A Bangkok ho passato molti di questi periodi. Moltissime notti passate in bianco, immerso in un nervosismo di fondo che mi faceva sfrecciare i pensieri a destra e sinistra, ma senza potermi concentrare su nulla. Giornate intere perse a guardare video motivational solo per cercare di riprendermi e andare avanti (devo dire che per fortuna ce ne sono molti di qualità eccezionale, che riuscivano mettermi in moto giorno dopo giorno).
Il consiglio che posso darvi è di concentrarvi sul presente, vivere il momento, invece di pensare continuamente a quando tutto inizierà a funzionare. Il perché è semplice, vi permette di “agire”. Agire è importante tanto quanto essere preparati, perché potete conoscere tutta la teoria che volete, ma se non vi muovete non arriverete da nessuna parte. E qui ritorno a parlarvi del networking, di farvi conoscere, usare un canale per raggiungere il vostro pubblico.
Altra cosa che vi può capitare essendo un digital nomad, sono i cambiamenti esogeni. Ossia, cambi di leggi per il rilascio del visto, cambi di orientamento politico, colpi di stato, leggi sull’immigrazione più restrittive. Vi sto facendo un elenco di cose che son capitate a me personalmente.
Ho vissuto 3 anni in Cina, ho visto la gente passare dall’amare gli stranieri a odiarli profondamente. Lo stesso è successo qui in Thailandia in pochissimo tempo. I motivi sono molteplici.
Le politiche di governo sono di solito la prima causa: quando in un paese si sta bene, la voce si diffonde rapidamente, soprattutto con la crisi del mondo occidentale. Succede quindi che, in poco tempo, paesi economici, con un buon clima, natura incontaminata e metropoli in ascesa, si riempia di giovani in cerca di fortuna.
Ciò significa anche molta più visibilità per il paese, che sì porta maggiore turismo, ma non è sempre apprezzata soprattutto dai governi dei paesi del terzo mondo, che hanno molto spesso molto da nascondere.
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