Doccia Emozionale

Sveglio. Di nuovo. Un nuovo giorno, un caffè vecchio. Ed il sospetto, che nelle ore si trasformerà in evidenza, che la giornata sarà maledettamente uguale a quella precedente. Una catena da spezzare. Un limbo dove aspetto di essere risvegliato. Gli indifferenti. Che alla fine non lo erano nemmeno loro, figurati io. Qualcosa da fare ma cosa.

La mia Doccia Emozionale

Vengo diretto dalla disperazione della notte. Sotto le coperte le certezze che mi attanagliano, forti da togliere il fiato, circondate dalle indecisioni. La notte non si scaccia. Sei da solo contro i demoni della tua testa, non c’è rumore, la quiete della resa dei conti. Tachicardia. E’ tutto sbagliato. Era l’unica cosa da fare. Che cazzo ne so, lasciatemi in pace. Voglio tutto. Non merito niente. Sono un martire. Pressione bassa. Umore instabile. Tra qualche giorno dovrei lavarmi i denti. Non sono un cazzo di esistenzialista perché sto qui. SCROLLATEVI DI DOSSO, polveri. Sono di marmo, sono stanco e sfinito. Sono di morfina e sogno di dormire. Voglio una barba impermeabile agli umori fatta di fili di indifferenza. Bramo e pretendo una versione dogmatica di un vaffanculo urlato.

Perfavore fateli smettere. Voglio cattiveria, ho bisogno di odiare, uno strato catramoso nero come la notte che ricopra tutto, che mi stravolga, che canalizzi tutto me stesso verso una direzione. Pece, Pece copre la vita. Odio è vita, odio è testosterone, odio è umanità, è vita. Pece e odio. Voglio la vita, voglio sbattere la testa, voglio smettere di annientarmi, ho bisogno dei miei istinti, ho bisogno di smetterla di dormire.

Datemi sangue che pompa nelle vene, voglio degli odori che non mi facciano pensare, ho bisogno di conquiste, di puntare la mia bandiera per autoaffermazione, ho bisogni ma poche opportunità, le opportunità si creano, datemi gli steroidi della volontà, andrò al mercato nero per annientare i pensieri scomodi e trasformarli in istinti. Di morte, di rifiuto, di degrado. Oddio i brividi sotto le ascelle, salgono fino al collo. Il sole di fuori, qui non entra. Sono stato addestrato per star male una vita intera, mi hanno meticolosamente addomesticato, i sentimenti non fanno parte dell’uomo, ce li siamo costruiti e imposti.  Anni e anni di training duro, estremo e preciso. Cecchino dell’annientamento. Misantropia, sei la spinta propulsiva. Siamo talmente intrecciati con l’artefazione da non accorgercene neanche. Contraffazione sintetica. Artificiosità anche nell’ordinarmi il caffè, artificioso il consumarlo, artificioso il pagamento dei dischetti di metallo che tintinnano nelle tasche. Sparite. Sparisco. Sparo.

Di nuovo la pelle d’oca. Ora fondo il nuovo esistenzialismo, quello dei brividi mentre scrivi al computer, quello delle droghe sintetiche e della techno, quello dell’iphone mentre whatsapp suona. Buone nuove. Nuove. Nessuna nuova. Over.

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