Questa volta voglio parlarvi di uno dei simboli inquietanti di Bangkok: l’altisonante e tetra Ghost Tower.
Chi ha vissuto qui per un periodo di tempo un po’ più lungo della media sa già a cosa mi riferisco, per gli altri invece, una piccola introduzione.
Ghost Tower: uno dei simboli delle contraddizioni di Bangkok
Mi attirano gli edifici abbandonati. Non posso farci nulla. E’ un bisogno incontrollabile, un istinto innato, un’abitudine insopprimibile, quella di voltarmi verso strutture decrepite e graffitate, abitate spesso e volentieri dagli emarginati della società. Trasudano storie, inglobano anime e lacrime, hanno storie controverse e te le narrano volentieri, basta fermarsi a osservare e ascoltare.
Bangkok, cuore del sud est asiatico pulsante un ritmo tutto suo, propone moltissime situazioni analoghe a quella enunciata proprio sopra, ma la particolarità che presenta è che tali strutture abbandonate hanno delle proporzioni abnormi e posizioni incredibili, come grattacieli di 60 piani in pieno centro cittadino. Come, appunto, la suddetta Ghost Tower, o, come da nome di battesimo, la Sathorn Unique Tower.
Curiosità sulla Ghost Tower
Con un’altezza complessiva di 185 metri, la struttura è tra i più alti grattacieli abbandonati al mondo, subito dopo, ad esempio, il celebre Ryugyong Hotel in Corea del Nord, in costruzione dal 1987 e mai completato. Doveva essere uno dei simboli della prosperità del paese, un edificio di lusso atto ad ospitare le famiglie thailandesi più abbienti, e invece non fu mai terminato per via della crisi finanziare che nel 1997 colpì la Thailandia.
La sua posizione è forse l’aspetto più incredibile della vicenda: la Ghost Tower si trova giusto di fronte al Lebua state tower, uno degli alberghi più di lusso dell’intera città, oggi più che mai famoso per via del film “Una notte da leoni 2” ambientato a Bangkok e girato in parte allo Scirocco, l’incredibile rooftop bar dell’ultimo piano. Dall’altro lato, il fiume Chao Praya. Tutto ciò, tradotto, significa panorama mozzafiato.
Quando sono arrivato a Bangkok, nel 2014-15, era possibile visitare la Ghost Tower, bastava entrare e pagare una mazzetta al guardiano, diciamo sui 200 baht (6 euro). Mi ricordo anche di non aver pagato la maggior parte delle volte, convincendo il guardiano a farmi salire o direttamente iniziando a correre per le scale. Qualche volta mi è toccato anche argomentare con i vari vagabondi che abitavano il piano terra della torre o dover sfuggire ai cani randagi che vi facevano branco. Ho visitato la Ghost Tower davvero parecchie volte, l’aurea carismatica di quel luogo è un magnete per me. Qualche volta, come allenamento, ho salito di corsa le scale dei 49 piani fino al tetto, fermandomi a godere del panorama per un po’ e riscendendo di corsa.
Bangkok: cosa vedere se non la Ghost Tower
Come tutte le belle cose, messe in mano ai bambini sbagliati, hanno delle conseguenze non gradevoli. Fu così che la torre divenne troppo popolare nei social networks e un numero indefinito di turisti di qualità, come ama definirli il governo tailandese, iniziarono a scalare la torre in tutti i lati, fino a che 2 parkour boys con l’ego forse più alto della Ghost Tower stessa, pubblicarono il video delle loro avventure su youtube, che divenne virale e convinse definitivamente l’attuale nonché originario proprietario del grattacielo, il ricco e quotato archittetto e promotore immobiliare Rangsan Torsuwan, indagato per la presunta pianificiazione dell’omicidio del presidente della corte suprema, mai avvenuto, nel 1993 (ragione che, si dice, abbia contribuito allo stop della costruzione dell’edificio nel 1997) a disporre il blocco delle scale rendendo di fatto la struttura inaccessibile.
Le foto che trovate in questo post sono mie e delle mie amiche Camille Pasquer e Isa Flores, raccolte durante varie esplorazioni.
All’interno della Ghost Tower, una miriade di graffiti, scritte inquietanti, scorci memorabili, buchi del pavimento nascosti, sacchi di cemento, tramonti, albe, storie, stanze, scale malconce, un tetto che da su tutta la città a 360 gradi, mattoni, pipistrelli, ragni grandi come un pugno e il fiume e la città, sotto, che scorrono incuranti.