Biohacking, caffè bulletproof e ottimizzazione delle prestazioni

Conoscete il biohacking? E’ una delle cose che mi han sempre appassionato, il biohacking, e consiste nell’ottimizzazione e aumento delle prestazioni del proprio corpo tramite analisi sistematica, scienza, biologia e sperimentazione personale.

Si tratta ovviamente di pratiche in atto da secoli, a cui solo ultimamente hanno affibbiato un nome figo, ma che gli sportivi, gli intellettuali, e gli invasati in genere praticano da sempre.

Io uso questo tipo di tecniche quotidianamente, mixandole con un buon know how e organizzazione, un esempio può essere questo post dove spiego come aumentare la massa muscolare in pochissimo tempo con esercizi e dieta giusti.

Gli scopi sono molteplici, ma è perfettamente plausibile che nell’epoca attuale, dominata da una concorrenza straripante e da un livello di preparazione altissimo (vi dice niente il concetto ”siamo la generazione più preparata e contemporaneamente la meno pagata che ci sia”), l’idea del biohacking stia dilagando.

Il biohacking ha diversi scopi e propositi, essendo i seguenti i più condivisi.

I diversi tipi di Biohacking

Hacking dell’età

Rallentamento dell’invecchiamento, sia a livello fisico che mentale, con particolare attenzione alle prestazioni, soprattutto tramite programmi di allenamento sportivo che impediscano ai muscoli di atrofizzarsi e alle cellule di ossidarsi, e attraverso l’utilizzo di integratori e la gestione dell’equilibrio ormonale. Guardatevi intorno: c’è chi a 70 anni va in palestra tutti i giorni e scrive libri, e chi ha problemi ad alzarsi dalla sedia, senza generalizzare troppo possiam dire che, a parte codice genetico e sventure varie, le abitudini contano.

Hacking della mente

Allenamento della memoria, gestione delle emozioni e delle funzioni cognitive allo scopo di aumentare e ottimizzare le stesse. Fortunamente sono finiti i tempi dell’avere talento per qualcosa, oggi qualsiasi cosa, o quasi, è alla portata di chi ha la forza di volontà di sottoporsi al processo d’apprendimento necessario per specializzarsi in materia. Inoltre, è disponibile tutto un ambaradam di smart drugs e nootropi, alcuni funzionanti, altri mere operazioni di marketing, volti a incrementare le prestazioni cognitive. In generale, si rileva un sensibile aumento delle prestazioni mentali già disponendo di un buon livello di salute: provare per credere. C’è chi garantisce che nootropi e psicostimolanti possano radicalmente cambiare la vostra vita, a patto di non esagerare.

Hacking della dieta

Questa è forse il pilastro del biohacking, potendo considerare la dieta come base della forma fisica e mentale. Siamo quello che mangiamo, no? In ogni caso, dopo secoli, gli esperimenti a livello di dieta continuano, affermando tutto e il contrario di tutto, dalla dieta Dukan, alla paleo fino ad arrivare all’ultima arrivata, la ketogenica. Chi ha ragione? Nessuno. Si tratta principalmente di marketing. L’essenza sta nell’arrivare ad acquisire un nuovo, maggiore livello di sensibilità del proprio corpo, per riuscire ad avvertirne le esigenze, i cambiamenti, i piccoli segnali di allarme e giocarci nel modo giusto. Pensate al mondo del bodybuilding: non esiste una scheda d’allenamento generale per tutti e nemmeno delle teorie assolute, mentre esistono un milione di scuole di pensiero, allenatori e individui che si allenano nei modi più disparati con i risultati più dissimili. Certo, i principi basilari, fisici, aiutano a orientarsi, ma niente potrà mai sostituire la conoscenza del proprio corpo e delle sue reazioni a differenti stimoli, diete, esercizi e sollecitazioni.

Vi cito di seguito alcuni pionieri del biohacking in senso lato, è ovvio che scienziati, dottori e fisici del passato lo sono stati senza rendersene conto, ma questi sono alcuni dei personaggi che han contribuito in primo luogo all’espandersi della “materia” e renderla accessibile all’individuo comune:

Dave Asprey con il suo Bulletproof Coffee

la leggenda narra (che bello essere aneddotico) che durante un’escursione in Tibet, Mr. Asprey abbia assaggiato il famoso tè fatto con burro di yak e lo abbia trovato molto energetico, decidendo poi di inventarsi una ricetta di caffè tutta sua che includesse burro organico, olio MCT e caffè appena macinato per fornire al cervello grassi nutrienti e facilmente digeribili che ne migliorassero le prestazioni. Da qui parte la sua personalissima serie di hackings che includono, ad esempio, anche la dieta bulletproof. Gli ingredienti per il caffè bulletproof non sono troppo facili da trovare in Italia (ma dai?!), ma possono essere ordinati via internet. Io ho avuto la fortuna di provare questo famoso caffè e, se volete la verità, non mi ha impressionato molto: l’espresso che fa mio padre a casa mi carica molto di più, senonché dopo il quinto il mio stomaco inizia dar segni di cedimento (molto presto pubblicherò l’affiliate link per comprare l’espresso bulletproof di mio padre!)

Tim Ferriss e il suo 4-hours Body

Alla base del libro c’è la convinzione di Ferriss di poter cambiare totalmente il proprio corpo e raggiungere il massimo del suo potenziale genetico in soli 6 mesi impiegando solamente 4 ore di allenamento a settimana. Io l’ho letto e, come tutti i libri di Tim Ferriss, contiene moltissimi luoghi comuni, ma anche molti consigli utili: a voi capire quali sono questi ultimi. Da riconoscere all’autore l’ottima scelta del tema di fondo, ossia come raggiungere il massimo risultato minimizzando gli sforzi, la filosofia del biohacking è tutta qui.

Gabriel Licina

piccolo aneddoto anche su Mr. Licina che nel marzo del 2015 si è offerto volontario per l’iniezione di una nuova sostanza, Chlorin e6, nei suoi occhi. La suddetta sostanza, usata in alcuni casi per trattare pazienti con malattie degenerative agli occhi, dopo l’iniezione ha donato a Licina la capacità di vedere a 50 metri di distanza di notte.

Bene, scrivere quest’articolo mi ha proprio messo voglia di una carbonara con burro di yaak, da bravo biohacker made in ita, poi vi racconto delle mie capacità cognitive aumentate post-carbonara.

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